Gli ultimi mesi hanno, inevitabilmente, visto crescere in modo esponenziale gli eventi digital da trasmettere in streaming, riducendo al minimo le persone fisicamente presenti ma ampliando al massimo il potenziale di platea raggiungibile. Un mercato in cui si sono inseriti parecchi player che, in molti casi, si sono rivelati poco professionali, quando non amatoriali.
Il green screen, apparentemente, è piuttosto semplice da “organizzare”. Per questo, a Milano, si sono moltiplicati i “lenzuoli verdi”, di qualunque fattura e natura, allestiti in stanze o monolocali privati. Il vantaggio proposto, ma solo in apparenza, è il prezzo ma le conseguenze del risultato finale possono avere costi imprevedibili.
Un evento in streaming con il green screen realizzato in modo amatoriale e, quindi, spesso pieno di errori, abbassa notevolmente il valore percepito del tuo brand, che tu sia un’azienda, un marchio o un professionista. Se gli errori sono evidenti (e spesso lo sono) quello che “arriva” a chi guarda è una sensazione di scarsa professionalità, poca serietà, incompetenza. E, parliamoci chiaro, nessuna di queste frasi vorresti che fosse associata al tuo lavoro.
Il green screen, dicevamo, sembra di facile gestione ma gli errori che conseguono ad un utilizzo amatoriale sono parecchi. Si parte dal telo (intensità del colore, pieghe, fattura fanno la differenza) per poi passare alle indicazioni sull’abbigliamento dei protagonisti, all’illuminazione, alla giusta distanza e alle adeguate proporzioni, alla qualità del video e del suono, al montaggio o all’eventuale registrazione. Le variabili sono moltissime e bisogna che ci siano professionalità, competenza ed esperienza per fare in modo che tutte portino al risultato migliore.
Un evento digital non è meno importante di uno in presenza e non consente più approssimazione. Sul web tutto resta e gli occhi di chi guarda sono molti di più. Offri loro un prodotto professionale.
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